lunedì 12 novembre 2012

Non esistono libri morali o libri immorali


Buongiorno bimbi artisti!
(sono stranamente costante: scrivo qui ogni giorno… o quasi!)
Dunque, dopo aver terminato il primo romanzo della nostra sfida, mi accingo alla lettura del prossimo che sarà il numero 24: IL RITRATTO DI DORIAN GRAY. La prefazione di Oscar Wilde al suo romanzo, mi è talmente piaciuta che ho deciso di riportarla qui per intero.

L’artista è il creatore di cose belle.
Rivelare l’arte e celare l’artista è la metà dell’arte.
Il critico è colui che può tradurre in maniera diversa o in un materiale nuovo l’impressione che le cose belle suscitano in lui. La più alta e la più bassa forma di critica sono entrambe una maniera di autobiografia.
Coloro i quali trovano nelle cose belle significati brutti sono corrotti senza essere attraenti. Questo è una colpa.
Coloro i quali trovano nelle cose belle significati belli sono persone colte. Per questi c’è speranza.
Gli eletti sono coloro per i quali le cose belle significano soltanto bellezza.
Non esistono libri morali o libri immorali. I libri sono o scritti bene o scritti male: nient’altro.
L’antipatia del XIX secolo verso il Realismo è la rabbia di Calibano che non vede nello specchio il proprio volto.
L’antipatia del XIX secolo verso il Romanticismo è la rabbia di Calibano che non vede nello specchio il proprio volto.
La vita morale dell’uomo costituisce per l’artista una parte del soggetto, o materia; ma la moralità dell’arte consiste nell'impiego perfetto di un mezzo imperfetto. Nessun artista desidera dimostrare alcunché. Anche le cose vere possono esser dimostrate.
Nessun artista prova simpatie di ordine etico. Una simpatia etica in un artista è un’imperdonabile affettazione stilistica.
Nessun artista è mai morboso. L’artista può esprimere qualsiasi cosa.
Pensiero e linguaggio sono per l’artista strumenti di un’arte. Vizio e virtù sono per l’artista materiale di un’arte.
Dal punto di vista della forma il prototipo di tutte le arti è l’arte del musicista. Dal punto di vista del sentimento il prototipo è l’arte dell’attore.
Tutta l’arte è a un tempo superficie e simbolo.
Colore che penetrano al di sotto della superficie lo fanno a proprio rischio e pericolo.
Coloro che interpretano il simbolo lo fanno a proprio rischio e pericolo.
È lo spettatore, non la vita, che l’arte, in realtà, rispecchia.
La divergenza di opinioni a proposito di un’opera d’arte dimostra che l’opera è nuova, complessa e vitale.
Allorché i critici son discordi, l’artista è d’accordo con se stesso.
Un uomo può esser perdonato se fa una cosa utile, a condizione che non l’ammiri. L’unica scusa per colui che fa una cosa inutile è che egli l’ammiri intensamente.
Tutta l’arte è perfettamente inutile. 

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