Non mi sono dimenticata della
sfida, anche se non scrivo da più di una settimana. Negli ultimi giorni, le ore
a mia disposizione per la lettura, le ho invece dedicate alla scrittura… e,
perciò, la lettura di David Copperfield va un po’ a rilento. In condizioni
normali, è un romanzo che scorre velocemente. Sin dalla prima pagina, le
descrizioni di Charles mi hanno come incantata: immersa immediatamente nell’ambientazione.
L’ultima volta che ho letto di Davide (perché tutti i nomi del libro che
possiedo, sono stati trasformati nella loro versione in italiano. Un tempo era
solito farlo, anche per gli autori che, in questo caso, Charles nella biografia
viene qui chiamato Carlo) si era messo in viaggio alla ricerca della zia
perduta, dopo che si era fatto fregare – di nuovo! – denaro e bagagli.
Oggi, dunque, andrò indietro nel
tempo; precisamente viaggerò fino a febbraio 2009, quando finii di leggere il
numero 32 della nostra lista.
Il numero 32 è CIME TEMPESTOSE di
Emily Brontë.
Trovai il primo capitolo una vera
calamita, ma le aspettative che mi lasciò furono deluse. Il primo capitolo mi portò
decisamente fuori strada, ma, in seguito, certe frasi del romanzo scavarono nel
mio animo romantico, esaltandolo, coccolandolo, vezzeggiandolo. Ma non vorrei
ingannarvi, è una storia tremendamente drammatica; in confronto “Romeo e
Giulietta” non finisce poi tanto male… Ha il sapore di una tragedia antica, ma
romanzata. I protagonisti non fanno che commettere errori e lasciare dietro di
sé sangue e morte, per un amore mai vissuto… Almeno, Romeo e Giulietta si
sposarono e vissero una notte insieme, se pure soltanto una… Giulietta non
sposa Paride. Romeo non sposa la sorella di Paride per vendetta. Giulietta non
ha una figlia da Paride che Romeo manipola per farla sposare al figlio che ha
avuto dalla sorella di Paride. Però, come Romeo e Giulietta, Catherine e
Heathcliff non possono continuare a vivere se l’altro muore… o morte o pazzia.
Heathcliff sceglie una furente pazzia, per un po’…
Certe frasi di CIME TEMPESTOSE
sono piuttosto celebri. Vi riporterò frammenti di pag. 98 /103, ovvero il
dialogo tra Catherine e Nelly.
“… - Perché lo amate, signorina
Cathy?
– Che sciocchezze, lo amo.. e
tanto basta.
- Nient’affatto; perché?
- Perché è bello, e di buona
compagnia.
- Male!
- Perché è giovane e allegro.
- Peggio ancora.
- E perché mi ama.
- Il che non ha la minima
importanza.
- Diventerà ricco, e a me piace
l’idea d’essere la più gran dama dei dintorni, e sarò fiera di avere un marito
come lui.
- Peggio che mai! E ditemi; come
lo amate?
- Come ama chiunque… Sei una
sciocca, Nelly!
- Nient’affatto… Rispondete.
- Amo la terra sotto i suoi
piedi, e l’aria che respira, e tutto quello che tocca e che dice… Amo il suo
aspetto, le sue azioni, amo tutto quanto in lui. Ecco!
- E perché?
- Oh… per te è tutto uno scherzo;
sei cattiva! Non è uno scherzo, per me!
(…) – Non scherzo affatto
signorina Catherine. Voi amate il signor Edgar perché è bello, giovane, allegro
e ricco, e perché vi ama. E quest’ultima cosa non ha valore, perché
probabilmente l’amereste anche se non vi amasse; mentre non l’amereste se vi
amasse senza possedere le altre quattro doti (…) Ma il mondo è pieno di altri
giovanotti ricchi e attraenti, probabilmente più ricchi e più attraenti di lui.
Cosa v’impedisce di amare anche loro?
- Se ce ne sono, io non li ho mai
incontrati… Non conosco nessuno come Edgar.
- Potrebbe capitare
d’incontrarli; e lui non sarà sempre giovane e attraente, e forse nemmeno
ricco.
- Ma lo è adesso; ed è il
presente che m’interessa… Vorrei che tu parlassi in modo più ragionevole.
- Bene, dunque: il problema è
risolto. Se è solo il presente che v’interessa, sposate il signor Linton.
- Non ho bisogno del tuo permesso
per sposarlo! Però non mi hai ancora detto se ho fatto bene.
- Benissimo; se ci si deve
sposare pensando solo al presente. E ora sentiamo, cos’avete da essere
infelice. Vostro fratello sarà contento, e non penso che il signore e la
signora Linton avranno da obiettare… Lascerete una casa disordinata e cupa per
entrare in una ricca e rispettabile; amate Edgar ed Edgar vi ama… Sembra filare
tutto liscio… dov’è il problema?
- Qui! È qui!, ribatté lei
battendosi una mano sulla fronte e l’altra sul petto. - Dovunque si trovi
l’anima, perché la mia anima e il mio cuore mi dicono che sbaglio!
- Questo sì che è strano, proprio
non capisco!
- È il mio segreto; e se prometti
di non prendermi in giro, te lo spiegherò. Non so farlo con parole chiare, ma
cercherò di darti un’idea di quello che provo (…) Hai mai fatto sogni strani,
Nelly? (…) A volte ho fatto sogni che mi sono rimasti dentro e hanno cambiato
il mio modo di pensare; mi hanno attraversata come il vino attraversa l’acqua,
trasformando il colore della mia mente. E questo… ora te lo racconterò, ma bada
di non sorridere (…) Se fossi in paradiso, Nelly, sarei molto infelice.
- Perché non siete degna di
andarci, risposi. – Tutti i peccatori sarebbero infelici in paradiso.
- No, non per questo. Una volta
ho sognato di esserci… (…) Il paradiso non sembrava adatto a me. Piangevo da
spezzare il cuore perché volevo tornare sulla terra, e alla fine gli angeli si
arrabbiarono tanto che mi scaraventarono giù, in mezzo all’erica che cresce
sopra Cime Tempestose; e là mi svegliai piangendo di gioia. Tanto basterà a
svelarti il mio segreto, e anche il resto. Il mio posto non è al fianco di
Edgar Linton più di quanto non sia in paradiso; e se quell’uomo malvagio chiuso
là dentro non avesse spinto Heathcliff così in basso, non mi sarebbe mai venuto
in mente. Ma ora per me sposare Heathcliff significherebbe degradarmi, perciò
non gli dirò mai quanto lo amo; e non perché sia attraente, Nelly, ma perché è
me più di quanto lo sia io stessa. Di qualunque sostanza siano fatte le anime,
le nostre sono uguali, mentre quella di Linton è diversa, come un raggio di
luna è diverso dal lampo, o il ghiaccio dal fuoco. (…) Voglio ingannare la mia
coscienza inquieta, e convincermi che Heathcliff non sa niente di tutto questo…
È così, vero? Non sa che cosa significhi essere innamorati…
- Non vedo perché non dovrebbe
saperlo proprio come voi, replicai. – E se ha scelto voi, sarà l’uomo più
infelice al mondo! Appena diventerete la signora Linton, perderà amicizia,
amore, tutto! Avete pensato a come potreste sopportare la separazione? E a come
lui potrà sopportare di essere abbandonato? Perché, signorina Catherine…
- Abbandonato! Separazione!,
esclamò sdegnata. – E chi potrà separarci? Incontrerebbe il destino di Milone!
Non fin quando avrò vita, Ellen, e per nessuno al mondo! Tutti i Linton possono
scomparire dalla faccia della terra, prima che acconsenta a dimenticare
Heathcliff. No, non è questo che voglio! Non diventerei mai la signora Linton a
questo prezzo! Edgar dovrà sbarazzarsi della sua antipatia per lui, o almeno
tollerare la sua presenza, e lo farà di sicuro quando capirà quello che provo
per Heathcliff. Oh, Nelly, ora capisco, mi giudichi una terribile egoista, ma
non hai mai pensato che se Heathcliff e io ci sposassimo, saremmo poveri in
canna? Mentre, se sposo Linton, potrò aiutare Heathcliff a risollevarsi e
sottrarlo alla prepotenza di mio fratello.
- Con i soldi di vostro marito,
signorina Catherine? Non vi sarà facile convincerlo, e anche se non tocca a me
giudicare, questo mi sembra il peggiore dei motivi per sposare il giovane
Linton.
-
Anzi! È il migliore! Gli altri miravano a soddisfare i miei capricci o i
desideri di Edgar. Questo, invece, è per il bene di chi riunisce nella sua
persona i miei sentimenti per Edgar e per me stessa. Non so come spiegarlo; ma
certo anche tu sai che c’è, o dovrebbe esserci, una vita al di là di noi
stessi. A che servirebbe l’avermi creata, se fossi tutta qui? I miei più grandi
dolori sono stati i dolori di Heathcliff, e tutti li ho conosciuti e provati
fin dal principio; è lui la mia ragione di vita. Se tutto il resto perisse,
tranne lui, continuerei a esistere; e se tutto il resto rimanesse, e lui fosse
annientato, l’universo mi sarebbe estraneo. Non ne farei più parte. Il mio
amore per Linton è simile alle foglie dei boschi. So che il tempo lo muterà, come
l’inverno muta gli alberi… ma il mio amore per Heathcliff somiglia alle rocce
eterne sotto di noi… una sorgente di gioia poco visibile, ma necessaria. Nelly,
io sono Heathcliff… lui è sempre, sempre nella mia mente… non come un piacere,
non più di quanto io sia un piacere per me stessa, ma come il mio stesso
essere, perciò non parlarmi di separazione… è impossibile, è…”