lunedì 17 dicembre 2012

Charles Copperfield


Bentornati, civettuoli!

Il David Copperfield è stato letto.
Resoconto di ciò che mi resta dalla sua lettura:

1)      Uriah Heep: un personaggio poco raccomandabile, all’apparenza innocuo, che sfoggia continuamente la sua umiltà, per poi subdolamente raggirarti, incastrarti e fotterti (avrei potuto usare un termine meno volgare, me ne rendo conto, ma è il primo che mi è venuto in mente che descrivesse perfettamente ciò che intendessi, e poi, chi se ne frega? È il mio blog e non mi autocensurerò :p). Uriah Heep compare tra questi punti perché mi ricorda fortemente una persona che conosco nella realtà ed è facile intuire quanto mi stia “simpatica”.
2)    Charles narra la propria vita attraverso le gesta di Copperfield: un bambino solo e picchiato dal patrigno e poi un uomo che diventerà uno scrittore di successo.
3)      Frase dal romanzo: “Frattanto nessuno veniva a cercare il ragazzo polveroso, proveniente dal Suffolk. Più solitario di Robison Crusoe, che almeno nessuno vedeva quanto fosse solo…”
4)      Devo ammettere che più della metà dei personaggi, non li sopporto. E siccome Charles descrive alla perfezione diversi caratteri umani, deduco che sono eccessivamente intollerante verso molti prossimi miei… Ma ci sono anche dei personaggi di cui sarei diventata amica: Agnese, l’Emilietta ed Ham.
5)      In DAVID COPPERFIELD tutto è bene, quel che finisce bene. Alcuni buoni muoiono da eroi, i cattivi pagano e altri buoni, finalmente, superano la tempesta per assaporare il proprio “e vissero felici e contenti”. Troppo da romanzo, il finale, per i miei drammatici gusti! Ma per David va benissimo così ;)



Ma parliamo della prossima lettura che sarà il numero 94 della nostra lista, ovvero LA LETTERA SCARLATTA di Nathaniel Hawthorne; romanzo che mi è stato prestato dalla nostra Cetty che ringrazio anche qui.
Ho letto solamente la premessa è già posso dire di adorare Nat!
Inoltre, è nato e cresciuto a Salem, altro punto a suo favore.


PREFAZIONE 

ALLA SECONDA EDIZIONE 

DE 

“LA LETTERA SCARLATTA”.

Con sua grande sorpresa e con una buona dose di divertimento (se così gli è permesso dire senza recare ulteriore offesa), l’autore apprende che la sommaria descrizione della vita burocratica, premessa a La lettera scarlatta, ha creato un’agitazione senza precedenti nella rispettabile comunità a lui più vicina. Difficilmente si sarebbe avuta una reazione più violenta, se avesse distrutto col fuoco la dogana, e ne avesse spento l’ultimo tizzone fumante nel sangue di un venerabile personaggio, contro il quale si suppone che egli sia animato da particolare odio. Dal momento che la pubblica disapprovazione peserebbe fortemente su di lui, qualora fosse consapevole di meritarla, l’autore chiede il permesso di dire che ha attentamente riletto le pagine introduttive, col proposito di modificare o espungere qualsiasi cosa potesse ritenersi fuori luogo, e al fine di riparare nel miglior modo possibile alle atrocità di cui è stato giudicato colpevole. Ciò nonostante, egli ha l’impressione che le uniche caratteristiche degne di nota di quelle pagine siano la franca e genuina bonomia, e la generale precisione con cui ha espresso le sue sincere impressioni sui personaggi ivi iscritti. Quanto poi all’ostilità o al malumore di qualsiasi natura, personale o politica, l’autore nega assolutamente tali motivi. La descrizione avrebbe potuto, forse, essere interamente omessa senza perdita per il pubblico o danno per il libro; ma, essendosi ormai preso la briga di scriverla, ritiene che non avrebbe potuto essere fatta in uno spirito migliore o più benevolo né, per quanto lo consentano le sue capacità, con un più vivace effetto di verosimiglianza. L’autore è costretto, pertanto, a ripubblicare le sue pagine introduttive senza cambiare una parola.

Salem, 30 marzo 1850


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