venerdì 25 gennaio 2013

La lettera scarlatta: qual è il peccato più grave, l’adulterio, la vendetta o la punizione puritana del primo?


94.  

LA LETTERA SCARLATTA, 

Hawthorne Nathanial 

Finito di leggere ieri sera.
Nat, più che raccontare la storia dei protagonisti, sembra voglia farci comprendere il pensiero che segnò la Nuova Inghilterra puritana, ma direi non soltanto quella… I giudici e il popolo, un tempo si occupavano e trattavano storie di vita privata, peggio di come non avrebbero fatto per casi di violenza e di assassinio.
Fin dai primi capitoli, è facile intuire chi è “l’uomo che ha peccato con Ester”, che lei non volle mai rivelare. Nat non lo nomina mai, non lo dice mai chiaramente sino alla fine, ma è ovvio; non tenta di celarlo veramente. Certe spiegazioni non occorre darle.
La personalità che più mi ha intrigata, è proprio quella del pastore: uomo che si distrugge sotto il peso dei sensi di colpa, per una colpa che la vergogna e la vigliaccheria gl’imposero di non rivelare. Uomo visto come un santo, e più viene amato e adorato, più il suo dolore accresce.
Ester invece accettando la punizione per la propria colpa, ne esce più forte di prima. Che poi qual è la vera colpa? È davvero lei la vera e sola peccatrice?
E poi c’è l’offeso, che non per molto tempo ci appare come la vittima della storia. Ad un certo punto, Ester gli dice: 

“Ho detto poco fa che non ci sarà più del bene sulla terra per tutti noi, che inciampiamo ad ogni passo nel male stesso che abbiamo seminato sulla nostra strada; ma non è esatto… Per te, potrebbe esserci ancora del bene, perché sei l’offeso ed è in tuo potere perdonare”.

La parte che mi è piaciuta di più: la scena iniziale. Sulla pubblica piazza. Ester accusata e costretta ad indossare la lettera scarlatta come marchio della sua colpa. E Arthur, di fronte a lei, spinto dalle altre autorità, a persuadere la donna a rivelare il nome dell’uomo con cui concepì Pearl…

Ne hanno ricavato un film, che, a differenza del romanzo di Nat, quasi per paradosso è decisamente più “romanzato”. Incorporo il trailer.


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